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Realizzazione di un impianto audio

topic originariamente inviato da GT-Abarth

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  1. Lupo Solitario®
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    La batteria o meglio l'accumulatore.

    Il termine accumulatore la dice lunga, sulla funzione che la comune batteria svolge in auto. Come sapete, immagazzina l'energia sviluppata dall'alternatore.
    Le moderne auto, grazie ai sistemi elettronici d'avviamento automatico, non necessitano di batterie particolarmente potenti, almeno in condizioni normali.
    Questo, se per certi versi è un bene, d'altro canto limita la possibilità di poter prelevare forti correnti per tempi lunghi, anche con auto in marcia.
    Ipotizziamo una condizione gravosa per la batteria, come può essere un viaggio serale; quindi, con fari accesi, tergicristallo in funzione perché piove e fa freddo ed é necessario azionare anche la ventola del riscaldamento, aggiungiamo lo sbrina lunotto et voilà: la batteria é servita!
    Facendo un calcolo rapido ci accorgiamo che stiamo prelevando un minimo di 50 amp. che, di tanto in tanto superano anche i 60 amp. allorché lampeggiamo con gli abbaglianti o freniamo.
    A tutto quanto dobbiamo aggiungere l'assorbimento del nostro impianto hi-fi, come detto sopra con un singolo amplificatore 4 canali, mi pare il minimo per poterlo chiamare "impianto hi-fi".
    Per un ascolto di sottofondo, l'energia ancora disponibile può bastare; ma se decidiamo di "dare manetta", perché, ad esempio, alla radio passano un brano che è molto gradito, la richiesta d'energia può superare i 20 amp (sempre che la batteria sia in grado di fornirli). Adesso, sommiamo 20+50 ed otteniamo 70 ampere d'assorbimento continuo.
    In queste condizioni una comune batteria da 40-50 amp. dopo una mezz'ora di funzionamento, se non fosse rifornita dall'alternatore abbasserebbe la propria tensione a 10 volt con il risultato che ben potete immaginare.
    Quindi nessun problema, ci pensa l'alternatore a far fronte alle richieste di corrente, almeno, questo è quello che si potrebbe pensare; ma le cose non stanno proprio così! Infatti, poiché la batteria ha una resistenza interna più bassa di quella dell'alternatore, i "clienti", per così dire, si rivolgono prima alla batteria che, nello stesso istante in cui riceve l'energia dall'alternatore, deve cedere quel tanto di immagazzinato creando un effetto, che potrei definire, ad "altalena".
    Non sto cercando di convincervi a sostituire la batteria della vostra nuova auto: non sarebbe logico, tuttavia, se avete installato un impianto di grande potenza, su di una utilitaria, non stupitevi d'avere problemi di "batteria".

    Fusibile di protezione sul cavo di corrente.
    E' indispensabile, per la vostra sicurezza e quella della vostra auto, posizionare in prossimità della batteria un fusibile che, in caso di corto del cavo di alimentazione, interrompa il flusso di corrente.
    Ribadisco: E' INDISPENSABILE, la mancanza del fusibile, in pochi istanti, porterebbe la corrente a raggiungerebbe valori talmente elevati da fondere il cavo stesso e, nella migliore delle ipotesi, lo farebbe surriscaldare al punto da bruciare tutto ciò che è circostante al cavo stesso con conseguenze facilmente immaginabili.

    Fusibile di protezione sul cavo di corrente.
    La scelta non può che cadere su un tipo di fusibile a nastro da almeno 40-50 ampere, serraggio a viti; evitate fusibili a lama di tipo automobilistico che verrebbero fusi dalle forti correnti richieste dal nostro ampli 50x4 e, in seconda ipotesi, non garantirebbero la sufficiente erogazione.
    Il fusibile è costituito da due parti: il portafusibile ed il fusibile vero e proprio che, in caso di necessità, può essere facilmente sostituito.
    Le tipologie dei portafusibili sono varie sia per il materiale impiegato nella realizzazione dell'involucro sia per il sistema di serraggio del fusibile.
    I più comuni sono realizzati con materiale trasparente, tipo plexiglas, per una facile ispezione dello stato del fusibile interno che, agevolandosi di un serraggio a viti, garantisce un'ottima conducibilità.
    Dello stesso materiale sono anche realizzati i portafusibili a "tubetto" i quali serrano il fusibile, stavolta in vetro, grazie alla pressione esercitata da una molla interna. Quest'ultimi, sebbene più pratici, non garantiscono la stessa conducibilità dei primi e tendono a riscaldare.
    Mi pare di aver detto abbastanza e, comunque, che risulti chiaro: il fusibile d'alimentazione non serve a proteggere le elettroniche, ma a garantire la vostra sicurezza.
    La corrente di alimentazione attraversato il fusibile giungerà al cavo di corrente.
    Parliamo genericamente di corrente perché è proprio la corrente che il cavo dovrà "trasportare".
    Tuttavia non bisogna dimenticare che la corrente e la tensione sono legate indissolubilmente fra di loro dalla legge i Ohm, dal nome del fisico che ne studio le relazioni.
    Vi farò un esempio idraulico: supponiamo di voler convogliare una quantità X di acqua attraverso un tubo da una certa altezza allo scopo di far girare una ruota di mulino.
    Per analogia l'altezza corrisponde alla Tensione, la quantità d'acqua che scorre nel tubo alla Corrente.
    A questo punto risulta chiaro che il diametro (la resistenza) del tubo in questione influirà in maniera determinante sulla forza (potenza elettrica) prodotta dall'acqua sulla nostra ruota di mulino (amplificatore/i).
    E' anche vero che aumentando l'altezza (tensione) del tubo sarà prodotta una forza (potenza) maggiore, ma se diminuiamo il diametro del tubo la maggiore forza sarà sprecata in attrito contro le pareti del tubo medesimo.

    Il medesimo fenomeno si verifica nel cavo di corrente che alimenta gli amplificatori ed in generale, in tutti i cavi di potenza.
    Il problema é che, se sottodimensionato, il cavo si surriscalda e questo fa aumentare la resistenza del cavo con conseguente calo di tensione e di resa degli amplificatori.
    Nei manuali degli ampli generalmente viene raccomandato di usare cavo di corrente di adeguate dimensioni.
    La domanda... ma perché non indicano la sezione?
    Ha come risposta che non é possibile farlo perché non si conosce il carico che l'ampli dovrà alimentare.
    Come sapete la potenza degli ampli viene indicata per tensioni di 12 volt (auto ferma) o tensioni di 13,8 volt (auto in marcia), inoltre é indicata la potenza che l'ampli potrà generare su carichi di 4,2 ed a volte anche 0,25 ohm.
    Naturalmente l'ampli in questione avrà bisogno di maggior quantità di corrente all'aumentare della potenza che dovrà generare e, quindi, sarà necessario dimensionare il cavo di corrente di conseguenza, usando un cavo di maggior diametro.
    Se necessario e per non eccedere con la sezione si possono usare due o più cavi.
    Come indicazione di massima un ampli della potenza di 2x100 watt su 4 ohm, necessita almeno di un cavo di 8 mm°.
    Ma attenzione ci stiamo riferendo a 2x100 watt RMS su 4 ohm. Chiudo questa pagina ricordandovi che il cavo negativo dovrà avere lo stesso diametro del positivo e bisognerà mantenerlo il più breve possibile fissandolo alla scocca dell'auto avendo cura di sverniciare il punto.
    Non usate viti e bulloni che reggono parti dell'auto, cercate invece il punto dove sono ancorate le masse dell'impianto elettrico dell'auto ed usando un occhiello a crimpare fissatevi anche la massa dell'ampli.
    Vi invito a visitare questo sito per consultare la tabella dei cavi: mario hi-fi
     
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6 replies since 10/8/2014, 15:44   7099 views
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